Etichette semaforo e civiltà minoica (English v. below)
5 novembre 2014
Glenis Wilmott, membro britannico del parlamento europeo si è stizzita per le procedure di infrazione avviate circa le etichette semaforo made in UK, definendole addirittura assurde e insensate (foolish)
Anzi ha avanzato la proposta che il sistema di etichettatura a colori diventi obbligatorio in tutta Europa. Nella lettera la Sig.ra Wilmott sottolinea che l’obesità è un problema dilagante in tutta Europa e la Commissione invece di bloccare misure “semplici e consumer friendly “ (ed è
proprio questo semply e consumer friendly che ci insospettiscono in quanto riducono il ruolo critico del consumatore) dovrebbe seriamente pensare di adottare le etichette a semaforo per tutti i cibi trasformati.
E così mentre gli amministratori britannici si prendono cura dei consumatori attraverso sistemi di etichettatura di "allerta" e i colossi dell’ industria agroalimentare si sfregano le mani mentre preparano nuove ricette light dal semaforo verde, qui dal Mediterraneo si cerca di ricordare quella dieta Mediterranea, tanto prediletta dalle istituzioni europee per progetti e conferenze, basata su una alimentazione fatta di terroir e cultura che ci riporta alle antiche civiltà…
Complice un viaggio a Creta e la visita al museo archeologico di Heraklion, ecco cosa si mangiava e beveva sull’ isola durante la civiltà minoica (3 millennio – 1450 sec. a.C.) , quando le etichette a semaforo non erano ancora state inventate e nemmeno i grassi industriali.
Cereali (orzo e grano) base per il pane; legumi quali ceci, fave, piselli e lenticchie, pesce e molluschi; cicorie, carciofi, asparagi, indivia, ravanelli, porri selvatici,
senape selvatica, portulaca, vicia e okra; molte olive; semi di papavero; latte di pecora e di capra usato per yogurt e formaggio; carne di animali locali (poca) quali pecora, capra, maiali, conigli e selvaggina; mandorle, noci, pistacchi, castagne, fichi, pere, mele cotogne, melograni, uva; miele; vino e naturalmente tanto olio d’oliva.
Tutto a prova di semaforo...
Traffic light labels and Minoan civilization
Glenis Wilmott, UK Member of EU Parliament was quite upset concerning the opening of an infraction proceedings on the UK traffic labels system by European Commission, describing it as foolish. On the contrary she proposed to make UK’s traffic light label a mandatory pan EU measure.
In her letter Mrs Wilmott highlighted that obesity is a problem across the whole Europe and the
Commission should seriously looking at making mandatory for processed food in Europe rather than trying to stop a simple consumer friendly labelling system (and precisely the terms “simple and friendly” make us suspicious about it as they limit the role of the consumer considered as critical individual).
So while the British rulers take care of consumers through labeling alert systems and the food giants rub their hands while developing new light recipes of ready processed food with green light label, here from the Mediterranean we are trying to recall the Mediterranean Diet, favourite subject matter of European institutions for projects and conferences, based on terroir and culture going back to ancient civilizations..
Contributing a trip to Crete and a visit to the archeological museum in Heraklion… this was the Diet of the Minoan civilization (III millennium BCE until ca. 1450 BCE) on the island when the traffic light labels still
didn’t exist as well the industrial fats.
Cereals (barley and wheat) the basis for bread; Legumes as chickpeas, fava beans, peas and lentils; fish and mussels; wild greens as chicories, artichoke, asparagus, endives, radish, wild leeks, wild mustard, saw thistles, purslane, vetches, okra; poppy seeds; many olives, sheep and goat milk used for producing yoghurt and cheese, local meat (few) such as sheep, goat, pork, rabbit and wild game; almonds, nuts, pistachios, chestnuts, figs, pears, quince, pomegranate, grapes; honey; wine and of course only olive oil.
Traffic light-proof...































