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Locanda Rio Chiaro, Treia, di Virginia Pecorella (03/01/2013)

3 gennaio 2013

hommosIl pranzo di Natale. Con un certo timore ci si avvicina a questo appuntamento annuale, dotato quasi di vita propria, tanto grande è oramai la sua fama di qualcosa di pantagruelico e – forse – non affrontabile senza conseguenze per la salute. Poi però succede che il pranzo di Natale abbia luogo in uno di quei posti semplici e ricercati nello stesso tempo, dove l’equilibrio ed il gusto sono felicemente sposati e coppia stabile.   All’Agriturismo Rio Chiaro di Treia (Macerata) siamo stati accolti da un originale ed espressivo aperitivo: succo di melograno con un goccio di gin, accompagnato da stupefacenti spiedini di coppa di testa ed ananas. Un binomio che re-inventa l’insaccato tradizionale con un tocco di freschezza esotica. Sempre con l’aperitivo viene servita una crema di ceci e sesamo (hummus) con pinoli e olive al forno: un sapore mediterraneo curato nei minimi dettagli, attraverso l’accostamento di sapori amarognoli – tostati e consistenze cremose che rincuorano i sensi. tortinoSi aprono poi le danze ed incominciamo ad assaporare gli antipasti: uno strepitoso tortino di patate, zucca, guanciale e pane croccante. Anche in questo caso non solo il gusto risultante tra gli accostamenti dei diversi sapori (la dolcezza della zucca e la “forza” del guanciale) risulta azzeccato e convincente, ma anche il gioco di consistenze moribido-croccanti ti conquista. Si continua con i piatti della tradizione: cappelletti in brodo di gallina e lesso di manzo e gallina con salsa verde e mostarda. Ognuna di queste portate rispecchia l’impegno dello chef  (ed anche la sua bravura) nel rispettare e riproporre la cucina marchigiana. Ottimi i cappelletti e la salsa verde (entrambi fatti in casa) come anche la carne scelta per il lesso. tortelliL’attenzione per i prodotti del territorio è presente anche nei vincisgrassi con ragù, dove la carne scelta è quella del vitellone marchigiano. Un primo piatto “morbido”, dal gusto sostanzioso, un ragù che “esplode” in bocca, senza risultare pesante o troppo carico. Arriva un altro secondo, il girello di manzo al sale con insalatina di finocchi ghiacciati e riduzione di melograno: un piatto leggero ma raffinato, dove sempre si nota una ricerca nella presentazione e negli abbinamenti di sapori. Infine i contorni: patate arrosto ed insalata di fiori, frutta e semi (il tutto dell’orto di casa). Concludiamo con la zuppetta di cachi con mousse al cioccolato fondente (dessert fatto in casa dallo chef): seppur non sia un amante dei cachi, questo dolce mi ha conquistato! roast-beefBrindando con dell’ottimo vino marchigiano abbiamo così trascorso il pranzo di Natale, raggiungendo il perfetto bilanciamento tra soddisfazione del gusto e sazietà, indenni da pesantezze e cibi indigeribili, sughi burrosi, pannosi o altre diavolerie da cui siamo purtroppo circondati e che emergono con maggior insistenza nei menù festivi, dove la regola sembra essere quella del “tanto” invece che del “buono”. Complimenti sinceri allo chef Rocco! Insomma che dire, una tappa obbligata se capita di trascorrere una giornata in queste zone!   Virginia Pecorella, Gorizia, 03 gennaio 2013