"Per chi scrive , è utile sapere da dove viene e com’è fatto l’italiano (allo stesso modo, un cuoco dovrebbe conoscere la provenienza dei cibi che cucina)." Ieri pomeriggio sfogliando il libro di
Beppe Severgnini "
L’ Italiano - Lezione Semiserie" (Rizzoli), non potevo non soffermarmi su questo incipit così affine a Conosci il tuo pasto! Poi continuando a leggere qua e là sono arrivata al paragrafo dedicato ai diminutivi "
ino" e "ina", che hanno invaso il campo linguistico, utilizzati quasi a voler tranquillizzare chi li ascolta...
[caption id="attachment_2595" align="alignleft" width="150" caption="Beppe Severgnini"]

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Per citare Severgnini, si pensi alle “manovrine” e al “tesoretto” del governo (anche se poi si tratta di vere e proprie manovre di miliardi di Euro…). E aggiungo: che dire degli
amichetti dei bambini (l’amicizia è un valore profondo per i bambini e se i bambini hanno gli amichetti la loro cos’è una amicizietta??...) o dei
fidanzatini? I diminutivi non risparmiano nemmeno i menu...quanti
sformatini di
verdurine con
salsina, fritturine, filettini, .... Dizioni che spesso mirano a “rassicurare” l’ospite sulle dimensioni (e l’apporto calorico) della portata che verrà servita….”proprio un
assaggino non si preoccupi!”….o a stuzzicare il palato con linguaggio edulcorato…Magari per renderli più divertenti si potrebbero anche convertire al vezzeggiativo:
sformatello di verdurette con salsetta, fritturella, filettuccio, ...
Eppure io rimango dell’ idea che
piccolo sformato di verdure, frittura e filetto, con l'indicazione di provenienza degli ingredienti con cui sono state preparate siano decisamente più accattivanti e appaganti come una prosa in italiano ben scritta!
Beppe Severgnini, editorialista del ‘Corriere della Sera’ e dal 2011 columnist del ‘Financial Times’. http://www.beppesevergnini.com/