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Perché Kaori volteggia ancora…

7 dicembre 2012

Ieri leggendo qua e là ho avuto un paio di spunti per una riflessione che volevo condividere con voi.  Sul blog il pasto nudo (www.ilpastonudo.it), Matteo Giannattasio pubblica il post "E la chiamano informazione" dove cita che mercoledì la rubrica di scienze di un quotidiano nazionale riportava tra le righe dei "noti articoli" sull’ alimentazione: “Mai saltare la colazione…La corretta prima colazione deve comprendere alimenti appartenenti a quattro gruppi: prodotti da forno (tra i quali raccomandati accanto al pane, anche la “crostata e i plumcake), frutta, bevanda e una crema spalmabile. E se dico bevanda e crema spalmabile a voi cosa viene in mente? (Consiglio la lettura del post al link http://www.ilpastonudo.it/visti-da-vicino/e-la-chiamano-informazione/) Poi girando sul web trovo questa immagine Nestlè Nido che pubblicizza latte in polvere rinforzato con tanto di slogan "A mother's love is unconditional, and so is our commitment to your child's health.." E infine mi sono andata a ripescare il foglio datomi dalla pediatra per lo svezzamento dei miei figli dove si consigliava tra i prodotti per le prime pappe il Philadelphia (ormai il formaggio spalmabile per antonomasia). Così è iniziata la mia riflessione: ma perché i prodotti industriali sono entrati nella nostra vita quotidiana tanto da sentire spesso persone (anche professori, professionisti del settore enogastronomico etc) che ne giustificano il consumo ? Tipo "la Coca Cola fa male ma quanto è buona!" Prodotti che ci hanno abbagliato negli anni ottanta quando la Benetton pubblicizzava con le foto multicolor di Oliviero Toscani un mondo multietnico, quando la globalizzazione aveva promesso l’ accesso all’ informazione per tutti e tutti speravamo un miglioramento dei paesi più poveri (vi ricordate come si parlava di fame nel mondo? ), la Coca Cola arrivava nella giungla ed era cool, Kaori volteggiava nell’aria promuovendo crema formaggino. Ora nel 2012 quasi ‘13 dove si parla di corretta alimentazione, eccellenze, qualità, made in Italy, DOP e IGP a protezione della varietà nella moltitudine, dell’unicità nella diversità, esperti “enogastronauti”, Kaori sembra detenere ancora il primato rispetto alla piramide delle dieta mediterranea, alla biodiversità, ai metodi di produzione puliti come il bio. Forse quella piramide stra-pubblicata in tutti gli opuscoli formativo/didattici con i patrocini di tutti i ministeri ha assunto quell’effetto farmaceutico (vi ricordate Farinetti cosa ha detto del biologico?) associato al termine dieta? Forse la piramide incute chissà quali idee di privazione, mentre Kaori così sorridente e light fa pensare alla leggerezza senza rinunce! Come il clown di McDonald che evidentemente rassicura , fa ridere e fa pensare che ci si può concedere quel panino con quella carne e quelle patate fritte. La grande industria conosce bene l'efficacia della comunicazione e sa che il cibo industriale può rappresentare il cibo del disimpegno,  quello dal sapore sempre uguale che  rassicura in un mondo precario. E continua a funzionare anche con medici, giornalisti, insegnanti, professori, professionisti del cibo e non …. A proposito ho trovato questo link alle pubblicità più famose degli anni ‘ 80 (tanto per ricordare!) http://teledicoio.blogosfere.it/2012/03/pubblicita-top-25-personale-degli-spot-piu-famosi-degli-anni-80.html