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“Top restaurants” e innovazione

4 maggio 2012

Il 30 aprile c'è stato uno degli eventi più attesi dagli chef e dai ristoratori di tutto il mondo: The World’s 50 Best Restaurants 2012. (English version here) Appuntamento fisso dal 2002, una classifica dove non esiste una regola da seguire per l’assegnazione del voto, che ogni anno fa parlare di sé con tanto critiche, riflessioni, e qualche battuta… Quello che mi è capitato di leggere in particolare è che si sperava in una posizione migliore per gli italiani (3 fra i primi 50 e 7 fra i primi 100) o critiche perché per tre anni consecutivi il podio più alto va a un ristorante danese….  I voti vengono assegnati ai ristoranti da un panel internazionale composto da gastronomi ristoratori giornalisti definiti sensibili al lato più innovativo della ristorazione. Leggendo questa definizione ho iniziato a pensare …cosa si intende per “innovativo” nella ristorazione? Innovazione delle tecniche in cucina e perfetta esecuzione? Cucina destrutturata, molecolare? Forse. Penso però che innovativo si potrebbe riferire al giorno d’oggi ai ristoranti che ripropongono le agricolture di qualità  e la convivialità. L’agricoltura biologica e biodinamica, le produzioni artigianali, i presidi slow food..,  le storie dei prodotti e dei produttori. Storie che si portano a casa con sé assieme al ricordo del cibo mangiato in compagnia. Convivialità legata agli uomini. Come per esempio nei ristoranti certificati Conosci il tuo pasto. E infine non dimentichiamo la “non innovazione”! Basta girovagare alcune città turistiche e guardare cosa viene servito ai tavoli sbirciando nei piatti appoggiati sulle tovaglie a quadretti bianche e rosse oppure dare una occhiata ai menu di alcuni ristoranti italiani (?) all’estero che contengono ricette improbabili (stop, vi prego, con le salse panna, pomodoro e  fungi o le penne all’arrabbiatta!) Oscar, premi, riconoscimenti per la ristorazione,… continueranno.  E naturalmente chi vive in prima linea la ristorazione sa che i migliori riconoscimenti vengono dai propri clienti.  Però ciascuno può decidere la propria politica e la propria idea di innovazione!