Quando nel 2013 scoppiò lo scandalo delle lasagne alla carne di cavallo, mi ricordo che mi colpì in modo particolare la dichiarazione di Nestlé a seguito del ritiro dei ravioli e tortellini dagli scaffali dei supermercati. Informate le autorità dell’esito degli esami, Nestle rassicurava: ”non ci sono problemi di sicurezza alimentare”. Deviando l’attenzione (volontariamente) da un diritto elementare dei consumatori, cioè sapere checosasistiaeffettivamente stiano mangiando, nonché poter effettuare una scelta autonoma. Comunque fu convenuto si trattasse di frode. Ora la bozza di decreto messa punto dai Ministeri delle Politiche agricole e lo Sviluppo economico italiani per regolare la produzione di salumi che permetterebbe le denominazioni “prosciutto cotto” e “culatello” a prodotti senza ingrediente principale, ovvero il maiale, sembra essere una sorta  supporto istituzionalizzato alla frode. Non solo per il via libero agli aromi sintetici come correttore di sapore delle materie prime di bassa qualità (e già questo non dovrebbe essere permesso in un paese in cui quotidianamente si parla di alta qualità dei prodotti “made in Italy”), ma anche perché per la produzione di cotto e culatello, se il decreto verrà approvato, sarà permesso anche l’utilizzo di altri animali quali cavallo o tacchino. Nella tradizione Italiana tutti danno per scontato che il culatello sia di suino. Ed è quella la tradizione che promuoviamo quando esportiamo il culatello. Ed è proprio quella tradizione che ci si aspetta dal made in Italy esportato. Artigianalità dei prodotti, legame con il territorio, promozione delle eccellenze valgono solo quando si rilasciano le dichiarazioni sulla stampa o durante le fiere internazionali. Poi il supporto dei governi va alla grande industria che può promuoversi e spendersi a livello internazionale attraverso il “made in Italy” creato dalla piccola media impresa di qualità. Author's fake. The Italian Culatello ham without pork meat. In 2013 due to the horse meat lasagna scandal, food giant Nestlé withdrew from supermarkets the chilled ravioli and beef tortellini. After informing the authorities accordingly, Nestlé reassured “There is no food safety issue.” I was quite surprised about that first statement. They were clearly trying to divert attention from the elementary rights of consumers: to know whataretheyeffectively eating and to be able to choose autonomously. Anyway it was agreed it was food fraud. Now the new draft of the Decree by the Italian Ministries of Agriculture and Economic Development to rule the production of pork cold cuts, that would allow the denomination of prosciutto cotto (cooked ham) and culatello to products without their main ingredient, alias the pork, seems to be a announcement of institutional support to food frauds. First of all because it would be allowed the use of artificial flavors to better the taste of low quality meats in the preparation of prosciutto cotto and culatello, and actually it should not be permitted the use of low quality ingredients for such products in a country where every day it is spoken about the importance of promote the high quality of the made in Italy. And mainly, the Decree if approved, will allow to use turkey as well as horse meat for the culatello and prosciutto cotto denomination. Now, the Italian tradition assumes that culatello is be made by pork. And that is that tradition we promote when exporting culatello. And again it is that same tradition people expect when they eat made in Italy culatello. Artisan fine food, bond with the territory, promotion of excellences. They are true only for declarations released during international expos and events. Then the support by the governments goes to the big industries that use the “made in Italy” created by small medium quality enterprises, for their business.